Aumentano, invece di diminuire, i problemi tecnici del programma Joint Strike Fighter F-35. Lo testimonia l’ultimo rapporto annuale di Michael Gilmore, direttore uscente del dipartimento test del Pentagono (Director Operational Test and Evaluation, DOT&E), sul programma Joint Strike Fighter (link al documento)

Tra i 276 difetti critici ancora da risolvere (con ulteriori aumenti di costi e ritardi nelle consegne), i principali riguardano i più importanti software di bordo di combattimento (Electro-Optical Targeting System, Helmet Distributed Aperture System, Multifunction Advanced Data Link, Variable Message Format e Link-16) giudicati dai piloti “inutilizzabili e pericolosi” perché trasmettono informazioni talmente errate (falsi obiettivi) e scadenti (immagini instabili) da costringerli ad avvicinarsi agli obiettivi per vederli ad occhio nudo esponendosi al nemico.

Per non parlare della lentezza del software di terra di caricamento dei dati necessari per la missione (Offboard Mission Support), incompatibile con un rapido dispiegamento operativo, o del sistema di gestione logistica (Autonomic Logistics Information System), per collegarsi al qual uno uno squadrone necessità di quasi due settimane, e che soffre di gravi problemi di cyber-sicurezza.

Altri gravi difetti dell’F-35 riguardano le “inaccettabili” qualità di volo a velocità transonica, dovuti a gravi difetti di peso e aerodinamici che producono una scarsa manovrabilità e in virata causano stalli e rischi rischi di avvitamento, l’impossibilità di mirare con il cannoncino dato che ogni volta che si apre lo sportello l’aereo si impenna modificando l’assetto di tiro, e la sua limitata utilità dovuta ai soli 200 colpi (contro gli oltre mille di altri aerei come l’A-10): questo compromette strutturalmente le prestazioni degli F-35 sia come aerei caccia e combattimento aereo (abbattuti nei testi con i vecchi F-16) e di supporto truppe a terra (rischiosa anche per l’assenza di blindatura della fusoliera che rende vulnerabile il velivolo a basse quote).

Difetti intrinseci sono rilevati anche nel ruolo di bombardiere: il limitato numero di bombe trasportabili senza compromettere la bassa osservabilità radar impedisce attacchi da lunga distanza e su diversi tipi di obiettivi — se non fosse che la famosa “stealthness” (caratteristica principale dei velivoli di quinta generazione) è inefficace a fronte di comuni radar a onde lunghe e soprattutto degli ancor più accessibili sistemi di rivelazione passiva (Passive Detection Systems) in grado di captare le emissioni elettroniche dei velivoli (e gli F-35 ne emettono in quantità enormi).