A partire dal 2021 l’Osservatorio Mil€x ha deciso di modificare i propri criteri di stima della spesa militare italiana, scegliendo di modificare alcune decisioni prese in passato in ottica di miglioramento della propria valutazione. Come chiaro fin dall’inizio del nostro lavoro su questo tema è complesso valutare la spesa militare sia per motivazioni intrinseche derivanti dalla sua natura, sia per la difficoltà di reperire tutte le informazioni necessarie con l’opportuna trasparenza e con le tempistiche utili. (La precedente formulazione della nostra metodologia di calcolo è visibile qui).
Nonostante queste difficoltà è nostra intenzione continuare a ragionare sulle scelte fatte, cercando di rivalutarle opportunamente quando diviene utile alle finalità di analisi del nostro Osservatorio e quando si rivela necessario a seguito dell’evidenza di nuovi dati o nuove modalità decisionali legate alla spesa pubblica.
Il punto di partenza rimane sempre la definizione di spesa militare da noi adottata e che non viene modificata rimanendo valida in linea di principio, oltre che allineata alle definizioni dei principali centri di ricerca del settore.
Con la nuova metodologia, pur se in momenti diversi (vedi sotto programmazione annuale delle uscite), l’Osservatorio Mil€x si pone anche l’obiettivo di valutare non solo le spese militari di competenza (sia peviste nelle bozze di legge di Bilancio sia confermate con gli stati di previsione definivi) ma anche le effettive spese di cassa una volta chiuso il Rendiconto. Le prime sono fondamentali per valutare le scelte politiche su cui poggiano la formazione del Bilancio del Ministero della Difesa e le spese militari in generale, le seconde possiedono invece un’ovvia valenza rigurdante i flussi finanziari e le performance di utilizzo dei fondi.
I dati di partenza per le nostre elaborazioni sono sempre direttamente desumibili da documentazione ufficiale o da stime da essa derivate (e sempre comunque spiegate), così come i termini di paragone utili a valutarne impatto e portata. Ciò consente una grande affidabilità del dato indipendentemente dal giudizio che ciascuno può avere sulla destinazione di tali fondi (o anche sull’inserimento o meno di cifre all’interno della spesa militare, perché rimane sempre evidente da dove i numeri vengono tratti). Tutto ciò premesso, di seguito sono riportati gli schemi relativi al metodo Mil€x di conteggio della spesa militare italiana, al tipo di paragoni (temporali e qualitativi) effettuati e alle tempistiche di uscita delle nostre schede e analisi. Per qualsiasi richiesta di chiarimento o per suggerimenti è possibile inviarci un messaggio di posta elettronica.
PARTI DEL BILANCIO DELLO STATO INSERITE NELLE STIME DI SPESA MILITARE ITALIANA PUBBLICATE DALL’OSSERVATORIO MIL€X
BILANCIO DELLA DIFESA – Vengono considerati tutti i capitoli inseriti nel Bilancio del Ministero della Difesa (in particolare i costi dello Stato Maggiore e di Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare) ad esclusione della quota destinata ai Carabinieri con ruolo forestale ed inserendo una quota per i Carabinieri in ruolo militare (missioni all’estero, etc) pari a quanto indicato dal Ministero della Difesa nel DPP annuale. Fino alla pubblicazione del DPP in tal senso verrà considerata un’estrapolazione statistica derivata dalle ultime tre annualità per cui sono disponibili dati ufficiali.
BILANCIO DEL MINISTERO DELLE IMPRESE E DEL MADE IN ITALY (ex Ministero dello Sviluppo Economico) – Vengono considerati i caapitoli legati all’investimento in nuovi sistemi d’arma, compresi interessi e oneri finanziari relativi, in particolare quelli relativi a “Interventi per l’innovazione del sistema produttivo del settore dell’aerospazio, della sicurezza e della difesa” inseriti come obiettivo nella Missione “Competitività e sviluppo delle imprese”. Quando possibile verranno implementati e segnalati aggiornamenti e miglioramenti dei dati in caso di nuovi capitoli da tenere in considerazione o in caso di maggiori dettagli su capitoli già considerati.
BILANCIO DEL MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE – Capitolo relativo al programma “Missioni internazionali” della missione “Difesa e sicurezza del territorio” per la parte di natura e pertinenza militare. Fino alla pubblicazione dei dettagli finali in merito (secondo le prescrizioni della Legge 145/2016) verrà considerata un’estrapolazione statistica derivata dalle ultime tre annualità per cui sono disponibili dati ufficiali.
PENSIONI MILITARI – Quota parte del costo INPS specificamente indirizzato al trattamento pensionistico per il personale militare e della Difesa. Si tratta di una parte della spesa militare considerata da tutte le metologie internazionali (NATO compresa) il cui inserimento ha propria ragione d’essere anche in quanto situazione privilegiata e onerosa per la fiscalità generale. Infatti non solo il sistema di calcolo è prevalentemente basato sul approccio retributivo, ma va considerato come i militari percepiscano pensioni notevolmente maggiori rispetto alla media dei dipendenti pubblici maturandone il diritto prima degli altri. La quota specifica relativa al trattamento di Ausiliaria (anch’esso sistema privilegiato per il comparto militare) è invece inserita nei capitoli del Ministero della Difesa già considerati.
COMPARTECIPAZIONE AL BILANCIO NATO – In questo ambito vengono considerati i costi di compartecipazione al Bilancio della NATO (sia di natura militare che civile, secondo gli accordi annuali presi in sede di Alleanza Atlantica) eventualmente ricadenti in Dicasteri differenti dalla Difesa.
SPESE MILITARI INDIRETTE – Vengono qui considerati (e aggiunte solo in una differente stima omni-comprensiva pubblicata dall’Osservatorio Mil€x insieme alla stima di base della spesa militare) i costi indiretti relativi alla presenza di basi militari statunitensi sul territorio italiano (valutati a partire dai dati USA più recenti e parametrati statisticamente al meglio possibile sulla situazione attuale), gli interventi infrastrutturali su basi italiane con fondi non ricompresi in quelli dei Ministeri già citati e la quota parte italiana di finanziamento dello “European Defence Fund” – istituito a livello UE a partire dal ciclo di bilancio pluriennale 2021-2027 e che finanzia progetti di sviluppo di nuovi armamenti – e della “European Peace Facility” istituita più di recente ma le cui risorse sono cresciute considervolmente rispetto alle previsioni a causa delle decisioni prese a seguito del conflitto armato in Ucraina.