Prima di presentare i risultati del nostro lavoro di ricalcolo delle spese militari, osserviamo brevemente i dati riguardanti il budget del Ministero della Difesa (tabella 6).
Il bilancio previsionale della Difesa per il 2017 (47) – al netto del già citato aumento legato all’accorpamento della Forestale ai Carabinieri – è di 19 miliardi e 776 milioni, in calo dell’1 per cento rispetto al 2016 (del 2 per cento a valori costanti) e con una lieve flessione nel rapporto budget Difesa/PIL dall’1,19 per cento del 2016 all’1,16 del 2017 (48). Segnaliamo, per inciso, che rispetto alle previsioni per il 2017 contenute nell’ultimo Documenti Programmatico Pluriennale (49), il bilancio previsionale 2017 risulta invece aumentato del 2,3 per cento (era previsto a 19 miliardi e 321 milioni).
Rispetto al 2006 si registra un aumento dell’11,2 per cento a valori correnti (che diventa un decremento del 4 per cento a valori costanti) e un lievissimo incremento del rapporto budget Difesa/PIL dall’1,15 per cento del 2006 all’1,16 per cento del 2017. L’andamento storico (figura 2) evidenzia una netta crescita negli anni anni pre-crisi con i governi Berlusconi III e Prodi II, un calo costante negli anni post-crisi del quarto governo Berlusconi, una nuova forte crescita con il governo Monti, e una flessione tendenziale con Letta proseguita con Renzi (con un aumento contro-tendenziale nel solo 2016).
Dal ricalcolo MIL€X emerge un quadro assai diverso.
Per l’anno 2017 l’Italia stanzia oltre 23 miliardi e 377 milioni di euro per le spese militari, pari a oltre 64 milioni di euro al giorno, 2,7 milioni di euro all’ora, 45 mila euro al minuto. Rispetto al 2016 si registra un aumento dello 0,7 per cento a valori correnti (che diventa un calo dello 0,3 per cento a valori costanti) con un’impercettibile flessione nella rapporto spese militari/PIL che rimane di poco inferiore all’1,4 per cento (flessione che potrebbe tramutarsi in incremento se il PIL 2017 dovesse risultare inferiore a quello previsto (50) come suggeriscono le ultime stime ISTAT (51)).
Rispetto al 2006 si registra un aumento del 20,8 per cento a valori correnti (che si traduce in un aumento del 4,3 per cento a valori costanti) e un aumento nella rapporto spese militari/PIL dall’1,25 per cento del 2006 all’1,37 per cento del 2017. L’andamento storico (figura 3) evidenzia una netta crescita fino alla recessione del 2009 con i governi Berlusconi III e Prodi II, un calo costante negli anni post-crisi del quarto governo Berlusconi, una nuova forte crescita nel 2013 con il governo Monti, una flessione con Letta e il primo anno del governo Renzi e un nuovo aumento negli ultimi due anni.
Analizzando la composizione del spese militari da noi ricalcolate (figura 4), il primo dato che salta all’occhio è che il costo del personale di Esercito, Marina e Aeronautica (quello del personale Carabinieri è ricompero nella voce “Carabinieri Difesa”) rimane la voce di spesa largamente preponderante: pari al 41 per cento del totale nel 2017. Questo perché, nonostante la graduale contrazione generale del personale stia proseguendo come previsto dalla Riforma Di Paola del 2012 (52) (che stabiliva una riduzione da 178 mila a 150 mila uomini entro il 2024) il riequilibrio interno delle categorie a vantaggio della truppa e a svantaggio di ufficiali, anch’esso previsto dalla Riforma, sta invece procedendo con lentezza. Le forze armate italiane rimangono, infatti, ancora caratterizzate dalla distorsione che vede un numero maggiore di “comandanti” (ufficiali e sottufficiali) rispetto ai “comandati” (graduati e truppa). In particolare, rielaborando i più recenti dati pubblicati dal Ministero della Difesa (tabella 8), risulta evidente che ci sono ancora troppi marescialli (oltre 50 mila, pari al 30 per cento del totale – mentre oggi dovrebbero essere circa 46 mila (53)) e ancora pochi graduati e truppa (81 mila uomini, pari al 47 per cento del totale – mentre dovrebbe essere già oltre gli 85 mila). Date le notevoli differenze retributive tra le categorie, l’attuale quadro del personale risulta ancora estremamente oneroso se confrontato con quello prefigurabile con un modello di forze armate a 150 mila uomini e giusto equilibrio interno delle categorie: la differenza è di oltre 1,2 miliardi di euro l’anno.
La seconda evidenza è che l’incidenza dei costi per i Carabinieri nel nostro ricalcolo per il 2017 è pari al 13 per cento del totale: meno della metà dell’incidenza della voce “Funzione Sicurezza” sul bilancio Difesa (30 per cento) poiché, come già spiegato, sono state escluse dal conteggio le spese per i Carabinieri nella loro funzione di forze di polizia addette all’ordine pubblico, insieme a quelle relative all’accorpamento della Forestale.
C’è poi il costo del personale a riposo che raggiunge il 10 per cento del totale sommando le pensioni provvisorie in ausiliaria a carico del Ministero della Difesa a quelle a carico dell’INPS (conteggiate al netto dei contributi versati all’INPS dalla Difesa, come già spiegato, e considerate precauzionalmente invariate nel 2017 rispetto all’anno precedente, nonostante gli ultimi anni mostrino una chiara tendenza in crescita).
I costi di esercizio, pari al 6 per cento delle spese militari totali, come abbiamo già spiegato sono integrate dalle risorse derivanti dagli stanziamenti per le missioni militari all’estero (a carico del Ministero dell’Economia e delle Finanze) anch’esse pari al 6 per cento della spesa totale (anch’esse considerate precauzionalmente invariate nel 2017 rispetto all’anno precedente, nonostante il prevedibile aumento dei costi legati al crescente impegno in Iraq e Libia). Da segnalare, nel 2017, un aumento di quasi il 50 per cento dello stanziamento per la missione militare interna “Strade Sicure” avviata nel 2008 (e sempre a carico del MEF), che passa da 81 a 120 milioni di euro.
Un altro notevole aumento di costi nel 2017 riguarda una delle sotto-voci delle spese per “Funzioni Esterne”, quelle per il trasporto aereo di Stato (i cosiddetti “aerei blu”) che sale a 25,9 milioni, con un incremento di quasi il 50 per cento rispetto ai 17,4 milioni del 2016. La quasi totalità di questa cifra, 23.503.075 euro (55), è il costo del nuovo Airbus A340 della Presidenza del Consiglio in forza al 31° stormo dell’Aeronautica Militare (utilizzato solo una volta in un anno per una missione di imprenditori italiani a Cuba), il cui costo totale per otto anni (2016-2023) risulta essere di 168,2 milioni (noleggio e assicurazione) più 55 milioni di carburante, per un totale di 223,2 milioni (27,9 milioni in media all’anno) (56).
Infine il dato più significativo, quello riguardante la spesa in armamenti. Non 2017 abbiamo un aumento rispetto al 2016 sia dello stanziamento previsionale a bilancio Difesa per i programmi di acquisizione e ammodernamento di armamenti (57) (+11 per cento), sia dei contributi che il Ministero dello Sviluppo Economico destina allo stesso scopo (+8,9 per cento). Sommando le due voci (tabella 9 e figura 5), la spesa annua complessiva in armamenti nel 2017 supera i 5,6 miliardi (pari a otre 15 milioni di euro al giorno), con un aumento di quasi il 10 per cento sul 2016, arrivando a rappresentare quasi un quarto della spesa militare complessiva.
NOTE
46 http://www.difesa.it/Content/Pagine/Notaaggiuntiva.aspx
47 Ricordiamo che mentre il totale è dato certo, per quanto provvisorio, la suddivisione delle voci è una stima (v. nota 16). 48 Ovviamente il PIL 2017 è quello previsto nella Nota di Aggiornamento al DEF 2016 di fine settembre: se nella realtà risulterà minore, il rapporto budget Difesa/PIL sarà chiaramente maggiore di quello previsto.
49 http://www.difesa.it/Content/Documents/DPP/DPP_2016_2018.pdf
50 1.703.023 milioni di euro il PIL 2017 previsto nella Nota di Aggiornamento al DEF 2016 del 27 settembre scorso (http://www.mef.gov.it/inevidenza/documenti/Nota_di_Aggiornamento_del_DEF_2016_-_Finale.pdf).
51 http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/11/21/istat-lima-le-stime-sul-pil-nel-2016-08-e-nel-2017-09_550a7965-4223-4725-9a9a-3ee455f66315.html
52 http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/PI0063App.pdf
53 Se fosse rispettato il ritmo di progressiva riduzione annuale previsto dalla Riforma Di Paola.
54 Riferiti al 31 dicembre 2015 (http://www.difesa.it/Amministrazionetrasparente/persomil/Pagine/Contoannualedelpersonale.aspx). Da notare che queste cifre riguardano le sole competenze lorde, senza tutte le altre voci di spesa del costo del personale a carico del Ministero della Difesa (Irap, contributi, indennizzi, indennità di missione, assegni alle famiglie, gestione mense e buoni pasto, formazione, benessere).
55 Cfr. pag. 286 dello Stato di Previsione 2017 del Ministero della Difesa (http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/Bilancio_di_previsione/Bilancio_finanziario/2017/Allegato-t-17-19/2017-DLB-04-AT-120-Difesa.pdf).
56 http://www.ilgiornale.it/news/politica/lair-force-renzi-capriccio-che-ci-costa-76mila-euro-giorno-1321997.html
57 Il dato, ricavabile dalla sotto-voce “Investimento” della voce “Funzione Sicurezza” del bilancio Difesa, è considerato al netto degli investimenti “infrastrutturali” in lavori di ammodernamento e manutenzione straordinaria delle infrastrutture militari quali caserme, basi, arsenali e uffici, riportati separatamente nella nostra tabella (per il 2017, non essendo ancora disponibile il dato, abbiamo precauzionalmente riportato la stessa cifra dell’anno precedente). Si è deciso di tenere conto della diversa natura funzionale degli investimenti (armamenti e infrastrutture) allo scopo di meglio definire la spesa complessiva in armamenti.
58 http://www.difesa.it/Content/Pagine/Notaaggiuntiva.aspx
59 http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit–i/Bilancio_di_previsione/Note_integrative/Note-preli/2016/n-i- LB/30.pdf