Articolo pubblicato su Atlante delle Guerre il 3 novembre 2017
Dal disegno di legge di Bilancio 2018 emergono i primi dati sull’andamento delle spese militari analizzati da MIL€X, l’osservatorio italiano nato dalla collaborazione con il Movimento Nonviolento e la Rete Italiana per il Disarmo.
Dai dati provvisori degli allegati tecnici al disegno di legge di Bilancio 2018 si nota un incremento annuo del 3,4% (circa 700 milioni) del budget previsionale del Ministero della Difesa.
Si passa infatti dai 20,3 miliardi del 2017 ai quasi 21 miliardi del 2018. L’incremento è ancora più evidente se paragonato al 2015, quando il bilancio della difesa ammontava a circa 1,6 miliardi.
Nel 2018, spicca l’aumento del 10% dei fondi ministeriali per l’acquisto di nuovi armamenti (2,3 miliardi) e dei costi di esercizio per la loro manutenzione (1,7 miliardi), una diminuzione del 5% delle spese per la sicurezza interna garantita dall’arma dei Carabinieri (6,2 miliardi).
Rimarrebbe stabile invece la spesa per il personale di Esercito, Marina e Aeronautica (9,8 miliardi) nonostante la riduzione degli organici dettata dalla Riforma Di Paola ma a questo si aggiungono 341 milioni per la pensione ausiliaria e oltre 100 milioni per le funzioni esterne (1/4 per i voli di Stato).
All’osservatorio non sfuggono poi le altre voci di spesa militare ‘extra-bilancio’ sostenute da altri ministeri ed enti pubblici: i 3,5 miliardi (+5% rispetto al 2017) dei contributi del Ministero dello Sviluppo Economico per l’acquisizione di nuovi armamenti ‘made in Italy’, i circa 1,3 miliardi di costo delle missioni militari all’estero sostenute dal Ministero dell’Economia e delle Finanze gli oltre 2 miliardi del costo del personale militare a riposo a carico dell’INPS, il mezzo miliardo di spese indirette per le basi USA in Italia e i circa 130 milioni di contributo nazionale al budget NATO in capo al Ministero degli Esteri.
Nonostante tutto comunque l’obiettivo imposto dalla NATO di raggiungere il 2% di Pil non sarà raggiunto. Nel 2018, se i dati verranno confermati, si arriverà infatti al 1,42 (contro l’1,40 del 2017).
Non raggiungerà il 2% ma l’Italia spende non poco per proteggere l’arsenale atomico USA della base bresciana di Ghedi (23 milioni nei prossimi anni) e per mantenere aggiornata la capacità nucleare dei bombardieri Tornado (parte dei 254 milioni previsti fino al 2031 per l’adeguamento dell’intero comparto bellico chimico-biologico-radiologico-nucleare).
Sommando gli stanziamenti 2018 della Difesa e del Mise il prossimo anno verranno investiti in nuovi armamenti complessivamente 5,7 miliardi, ovvero il 7% rispetto in più al 2017. MIL€X fa degli esempi si spese previste: oltre 700 milioni stanziati per l’acquisto di altri 3 o 4 bombardieri F-35; 300 milioni per la nuova portaerei Thaon de Revel, dal costo di 1,2 miliardi e quasi 400 milioni per i nuovi pattugliato d’altura; un centinaio di milioni per l’avvio dei programmi di acquisizione di 350 nuovi carri Ariete e Centauro (oltre 2 miliardi il costo totale) e di 2.000 nuovi blindati Lince (un miliardo il costo complessivo) e 50 nuovi elicotteri da attacco (mezzo miliardo solo per lo sviluppo).