“In Parlamento è arrivata la richiesta ‘urgente’ dello Stato Maggiore di dotare le nostre forze speciali di un’arma micidiale: i droni kamikaze o droni suicidi”. Si tratta di “piccoli droni armati con una testata esplosiva che vengono teleguidati contro l’obiettivo, anche a decine di chilometri di distanza”: armi precise e letali, quindi che abbasserebbero di molto l’asticella delle remore all’uso della forza letale”. È la denuncia che fa l’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane.
Articolo di Fanpage.it
“Mentre è ancora aperto il dibattito sull’intenzione della Difesa di armare con bombe e missili i droni MQ-9 Reaper della nostra Aeronautica Militare, in Parlamento è arrivata la richiesta ‘urgente’ dello Stato Maggiore di dotare le nostre forze speciali di un’arma ancor più micidiale: i droni kamikaze o droni suicidi”: è la denuncia dell’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane. Si tratta di una richiesta che è già stata approvata ieri in commissione Difesa del Senato: oggi era invece previsto il voto alla Camera, che però è stato rinviato alla prossima settimana. Per l’acquisto di questi droni, precisa l’Osservatorio, si dovrebbero stanziare 3,9 milioni di euro. Si tratta di armi prodotte dall’israeliana UVision e si chiamano Hero-30.
Nei documenti parlamentari, spiega l’Osservatorio, questi droni kamikaze vengono chiamati “munizioni a guida remota”: si tratta di “piccoli droni armati con una testata esplosiva che vengono teleguidati contro l’obiettivo, anche a decine di chilometri di distanza, dopo averlo sorvegliato e seguito dall’alto”. Sono quindi delle armi molto precise e altrettanto letali, in quanto “possono centrare bersagli fissi o anche in rapido movimento – quelli per cui non bastano le bombe a guida Gps che mirano su coordinate fisse – senza la necessità di truppe a terra in prossimità dell’obiettivo per “illuminarlo” con marcatori laser e senza bisogno di aspettare il supporto aereo di elicotteri da attacco o cacciabombardieri esposti al fuoco nemico”.
Si tratta di armi anche abbastanza economiche che vengono definite dei “game changer” che, proseguono da Milex, “abbasserebbero di molto l’asticella delle remore all’uso della forza letale”, specialmente se fornite a forze speciali o impiegate in operazioni segrete. Lo stesso documento ministeriale che contiene la richiesta specifica, del resto, sottolinea come l’acquisto risponderebbe alle “necessità operative immediate della componente Operazioni Speciali” e alla “autodifesa delle unità di Forze Speciali isolate in teatri operativi”.
Rispetto al “mutato scenario operativo in Iraq” menzionato nel documento, l’Osservatorio sottolinea che si tratta dell’escalation di violenza contro le truppe della coalizione anti Daesh. Una missione che dovrebbe passare “sotto l’egida della Nato” e che “sulla carta resta non combat”. Invece, sulle “operazioni di intelligence” si spiega come “da sei anni a questa parte possono avvalersi segretamente di forze speciali su autorizzazione diretta del presidente del Consiglio, solo il Copasir (l’organo parlamentare che controlla l’operato dei servizi segreti ed è informato di queste operazioni) potrebbe chiedere quali missioni in corso necessitino l’immediata fornitura di droni kamikaze – salvo poi non poter diffondere questa informazione, che rimarrebbe classificata”.