La Difesa riesuma il vecchio progetto – accantonato anni fa – delle cannoniere volanti MC-27J Praetorian, trasformandole in veri e propri bombardieri tattici armati non solo di cannoni a ripetizione ma anche di bombe e missili. Nessuna forza aerea europea ne è dotata, anche perché si tratta di uno strumento bellico vulnerabile e datato rispetto ai moderni scenari di conflitto.
Le “gunship” le possiedono solo le forze aeree statunitensi, che ne fecero largo e indiscriminato uso in Vietnam, e quelle colombiane, che le hanno usate per bombardare i guerriglieri delle Farc. Recentemente se ne erano dotate anche le forze aeree giordane, salvo rivenderle pochi anni dopo.
Dieci anni fa, in piena campagna afgana, lo Stato Maggiore della Difesa aveva pensato di trasformare alcuni aerei cargo dell’Aeronautica Militare, i C-27, in cannoniere volanti da destinare al supporto delle operazioni delle forze speciali. Nel 2013 (governo Letta, Mario Mauro alla Difesa) fu siglato un accordo con l’allora Alenia Aermacchi (oggi Leonardo) per lo sviluppo di un prototipo, dotato di solo cannone a ripetizione, che l’anno successivo fu consegnato alla 46^ Brigata aerea di Pisa e sottoposto ai primi test. Il progetto venne poi accantonato perché ritenuto non più prioritario.
Con non poca sorpresa degli addetti ai lavori, quest’anno la Difesa ha ritirato fuori dal cilindro questo vecchio programma, chiedendo al Parlamento di approvare entro i primi di dicembre uno stanziamento da circa cento milioni di euro (99 per la precisione) per portare avanti i lavori di predisposizione alla trasformazione di sei C-27 nella versione MC-27J Praetorian.
Stando alla documentazione ministeriale sottoposta alle Camere, la “capacità di ingaggio aria-suolo” dei velivoli sarà basata non solo sui micidiali cannoni a ripetizione Gau-23 Bushmaster prodotti dall’americana Alliant Techsystem (ATK) che sparano proiettili calibro 30 lunghi 17 centimetri a un ritmo di tre al secondo. E’ infatti previsto un armamento con “munizioni guidate di precisione”, vale a dire bombe e missili a guida integrata satellitare/laser. Si tratterebbe delle bombe plananti Gbu-44/B Viper Strike della MBDA e dei missili Agm-176 Griffin della Raytheon.
E’ legittimo chiedersi quale sia oggi il requisito operativo che spinge la Difesa a volersi dotare di una macchina da guerra di cui nessun altro Paese al mondo avverte l’esigenza.