Il nuovo anno per il Ministero della Difesa inizia come era finito quello passato: con una valanga di programmi di riarmo inviati dal Ministro Guerini al Parlamento per un’approvazione rapida e scontata. Si tratta di programmi targati ancora “SMD 2021”, annata che a questo punto straccia ogni record storico con ben 31 richieste presentate per un valore complessivo finanziato di oltre 15 miliardi di euro (e in proiezione un onere complessivo di oltre 30 miliardi di euro).
Tra gli otto ulteriori programmi trasmessi l’11 gennaio alle Commissioni Difesa di Camera e Senato spiccano quelli per i due nuovi cacciatorpedinieri lanciamissili classe Orizzonte da circa 1,2 miliardi l’uno che saranno prodotti da Fincantieri. Fanno riferimento alla Marina anche il programma per la nave supporto per le operazioni subacquee degli incursori del Comsubin da 35 milioni, una trentina di blindati anfibi 8×8 da sbarco di Iveco e Oto Melara da 10 milioni l’uno e altrettanti gommoni armati da sbarco dal prezzo unitario di quasi un milione e mezzo.
Un’altra trentina di gommoni sono destinati alle forze da sbarco dell’Esercito, cui sono destinati anche una prima tranche (45 mezzi) dei 300 nuovi blindati Orso 2 6×6 in versione “posto di comando e supporto logistico”, prodotti da Iveco e dalla tedesca Krauss Maffei Wegmann al costo di quasi 8 milioni ciascuno.
All’Aeronautica sono destinate invece cinque nuove batterie missilistiche antiaeree CAMM-ER da quasi 50 milioni l’uno per la base di Rivolto in Friuli (prodotte da Mbda Italia e Uk, Avio e Leonardo), i nuovi sensori digitali per i radar della rete NATO di difesa aerea (100 milioni) e l’avamposto di comando aereo per le missioni all’estero (in continuo sviluppo capacitivo: complessivamente costerà 365 milioni di euro).
Queste novità aggiornano il quadro complessivo dei programmi di armamento presentati dalla Difesa nel 2021.
I programmi riferiti all’Aeronautica sono stati 10 per un controvalore di 6,8 miliardi di euro (onere complessivo previsto 12,5 miliardi) con il progetto dell’EuroDrone MALE (1,9 miliardi) e della ricerca e sviluppo per il cacciabombardiere Tempest (2 miliardi) a prendersi la maggior parte delle risorse.
La Marina Militare si è vista assegnare 9 programmi dal costo totale di 3,9 miliardi di euro (onere complessivo previsto 5,5 miliardi) in particolare per i due nuove cacciatorpediniere (2,35 miliardi) e i radar missilistici per le fregate Orizzonte (500 milioni).
All’Esercito sono destinati 5 programmi per circa 1,4 miliardi di euro di costo (ma con proiezione di onere complessivo per ben 8,2 miliardi) in particolare per l’avamposto di comando (500 milioni) e per i blindati Lince 2 (385 milioni) e Orso 2 (348 milioni). I progetti Interforze sono 4 con ben 3 miliardi di euro di controvalore (3,7 miliardi di onere complessivo) soprattutto per le batterie missilistiche anti-aeree da 2,3 miliardi.
Ai Carabinieri destinati 2 programmi di armamento da 323 milioni di euro complessivi (638 milioni in proiezione) e un piccolo programma da 46 milioni per i gommoni armati da sbarco è ascritto congiuntamente ad Esercito e Marina.
L’alto numero di richieste avanzato dal Ministero della Difesa a partire dalla metà del 2021 ha incontrato ogni volta il favore del Parlamento che, a parte il caso dei primi due programmi inviati alle Commissioni ad inizio agosto, ha sempre provveduto ad approvarle all’unanimità (parere positivo delle Commissioni Bilancio prima del voto finale delle Commissioni Difesa) nel giro di una quarantina di giorni.
Alla data odierna la Commissione Difesa della Camera dei Deputati ha già approvato 18 programmi, con ultima votazione avvenuta nella seduta del 28 dicembre 2021 a riguardo del sistema integrato per il comando e controllo per le operazioni aeree, del rinnovamento delle unità navali ausiliarie della Marina militare e della implementazione di suite operative «multi-missione multisensore» su piattaforma condivisa Gulfstream G-550. Solo su quest’ultimo programma il parere votato unanimemente ha previsto una “osservazione” da parte della Commissione, ma solo per chiedere che “sia svolta dal Governo (..) ogni attività utile per valorizzare la partecipazione dell’industria nazionale (…) ricorrendo a strumenti contrattuali differenziati in relazione ai diversi Paesi coinvolti nel programma al fine di massimizzare il ritorno industriale, sia di tipo diretto che di tipo indiretto”.
La Commissione Difesa del Senato ha invece già approvato 23 programmi d’armamento sui 31 totali, gli ultimi cinque nella recente seduta dell’11 gennaio 2022. Tutte senza un solo voto contrario e con la Presidente Roberta Pinotti che si è più volte compiaciuta nel rilevare l’esito unanime della votazione. I pareri hanno riguardato il potenziamento e ammodernamento del Joint Force Air Component Command (JFACC) nazionale, il munizionamento per cannoni e lanciatori per razzi di contromisura elettromagnetica navali, il programma Multi Data Link (MDL) della Difesa nell’ambito del più ampio progetto Defence Information Infrastructure (DII), le scorte di munizionamento Vulcano nella versione guidata e di unità portatili di controllo del fuoco per obici da 155 mm dell’Esercito Italiano e l’area addestrativa galleggiante per il Gruppo Operativo Incursori.