«La missione italiana in Mali (200 militari, decine di mezzi terrestri, 6 elicotteri e un ospedale da campo) ha ricevuto per il 2021 un finanziamento di quasi 49 milioni di euro, di cui 10 esigibili nel 2022. A supporto è stata potenziata anche la missione militare italiana nel confinante Niger (295 militari, 100 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei finanziata nel 2021 con 44,5 milioni di euro) con la trasformazione della base italiana a Niamey in hub logistico per le forze schierate in Mali e con l’invio di altre forze speciali”. Lo rende noto l’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane.
“La missione italiana in Mali (200 militari, decine di mezzi terrestri, 6 elicotteri e un ospedale da campo) ha ricevuto per il 2021 un finanziamento di quasi 49 milioni di euro, di cui 10 milioni esigibili nel 2022. A supporto della missione in Mali è stata potenziata anche la missione militare italiana nel confinante Niger (295 militari, 100 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei finanziata nel 2021 con 44,5 milioni di euro) con la trasformazione della base italiana a Niamey in hub logistico per le forze schierate in Mali e con l’invio di altre forze speciali”.
Lo rende noto l’Osservatorio Milex sulle spese militari italiane, ricordando che “la missione in Mali è stata deliberata dal Governo italiano nel maggio 2020, e approvata dal Parlamento nel luglio successivo, su richiesta pervenuta nel novembre 2019 del presidente democraticamente eletto del Mali Ibrahim Boubacar Keita, successivamente deposto da un golpe militare. La Francia ha interrotto la cooperazione militate con Bamako e ha avviato il ritiro delle sue truppe. Anche Svezia, Danimarca e Norvegia hanno deciso di ritirare le proprie truppe o di non inviarle come previsto. Altri Paesi, tra cui la Germania, stanno al momento valutando di fare altrettanto. In Italia la questione non è ancora stata affrontata“.
Articolo pubblicato su TerraNuova