Oltre 1,4 miliardi (per più di 11.600 effettivi) il costo complessivo delle missioni militari italiane per il 2023. Crescita nella presenza in Europa orientale, con il Medio Oriente che rimane il quadrante principale per fondi impiegati. Rilevante anche la presenza in Africa.
Con l’arrivo in Parlamento della Deliberazione sulle missioni militari per il 2023 (in ritardo come al solito, rispetto alle prescrizioni di legge) è ora possibile definire con precisione il quadro della spesa ad esse connesse. Per quanto riguarda le missioni di natura militare (escludendo quindi i fondi destinati alla cooperazione internazionale, ed indipendentemente dal Ministero che ne ha formalmente in carico la gestione) il fabbisogno finanziario complessivo è pari a 1.421.755.776 euro, in diminuzione di circa 75 milioni di euro rispetto al totale riferito al 2022. La grande maggioranza di tali fondi è a carico (per oltre 1,3 miliardi di euro) del Ministero della Difesa.
Le nuove missioni militari richieste dal governo per il 2023, con la Deliberazione dello scorso 1 maggio, sono solo 4 (aree di intervento: Ucraina, Libia, Niger e Burkina Faso) e nel complesso hanno una richiesta di fabbisogno, sia finanziario che di effettivi, del tutto secondario rispetto al totale. La consistenza massima annuale dei contingenti delle Forze armate è pari infatti a 153 unità (consistenza media: 57 unità) ed il costo complessivo è di 11,77 milioni di euro.
Sono dunque le missioni già autorizzate negli anni precedenti, e per cui viene ora richiesto il voto parlamentare di proroga, a definire il totale complessivo della spesa che per il secondo anno consecutivo è di oltre 1,4 miliardi di euro (nel 2021 si attestava invece su 1,35 miliardi). Abbiamo già evidenziato in un’analisi specifica la crescita dell’impegno strutturale del nostro Paese nel quadrante dell’Europa orientale, in particolare per un maggiore coinvolgimento italiano nelle missioni NATO in funzione di deterrenza anti-russa con aumento sia dell’impegno economico (314 milioni rispetto ai 216 milioni del 2022) sia di quello perativo operativo: 3.400 uomini (contro i 2.200 dell’anno scorso), 620 mezzi terrestri (100 in più del 2022) e una trentina di aerei (il doppio dell’anno scorso); stabili a 5 le unità navali. Sempre per quanto riguarda l’Europa, rimangono sulla stessa linea i costi delle missioni nell’area balcanica (circa 120 milioni) nonostante un aumento di effettivi (200 unità in più). In diminuzione di circa il 30%, per un totale di 47 milioni di euro, i costi riferiti alle missioni navali nel Mediterraneo in senso stretto e non “allargato” come invece inteso nelle strategie elaborate negli ultimi anni. Rimane corposa, anche se in diminuzione di circa 40 milioni per un totale di 474), la fetta di fondi destinata alle missioni dell’area mediorientale con un aumento significativo (più di 25 milioni di euro e 350 effettivi) per la missione di contrasto a Daesh a guida statunitense cui corrisponde un più che dimezzamento in fondi (a 31 milioni) e unità di personale per la missione NATO sempre in Iraq. In leggera diminuzione i costi per la UNIFIL dispiegata in Libano.
Anche per effetto della chiusura di alcune missioni nell’area del Sahel (già effettuata nel 2022 o realizzata nei primi mesi 2023 nonostante la Deliberazione non sia ancora stata discussa e votata dal Parlamento) risultano in diminuzione di oltre 50 milioni di euro (per un totale di 286 milioni) i costi dei dispiegamenti previsti in Africa. Più contenuta percentualmente la diminuzione degli effettivi nella stessa area (poco più di 2.600 contro i 2.770 previsti per l’anno scorso). La missione più costosa (con un aumento di 10 milioni di euro per 104 milioni totali) è il dispositivo aeronavale nazionale nel Mar Mediterraneo “Mare Sicuro”, nel cui ambito è inserita la missione bilaterale di supporto e collaborazione con la Marina e la Guardia costiera libica. Nella stessa area geografica continentale è poi la missione in Niger a costituire l’ambito di presenza più corposo sia in termini di fondi (oltre 50 milioni di euro) che di personale.
In leggero aumento ad oltre 170 milioni di euro i costi combinati per esigenze generali quali la logistica, la protezione delle ambasciate, le operazioni Cimic e quelle riferite ai servizi AISE.
Di seguito il quadro complessivo riassuntivo (comparato con il 2022) dei costi previsti per le singole missioni militari italiane nel 2023, se il Parlamento voterà la conferma di quanto proposto dal Governo nella Deliberazione di inizio maggio.