Aumentano i costi (da 216 a 314 M€), le truppe (da 2.200 a 3.400) e i mezzi terrestri (da 520 a 620) e aerei (da 15 a 29) per le missioni militari dispiegate sul fronte orientale dell’Europa

Aumenta il coinvolgimento italiano nelle missioni NATO sul fronte orientale europeo in funzione di deterrenza anti-russa. Cresce l’impegno economico, 314 milioni rispetto ai 216 milioni del 2022, di pari passo con l’incremento dell’impegno operativo: 3.400 uomini (contro i 2.200 dell’anno scorso), 620 mezzi terrestri (100 in più del 2022) e una trentina di aerei (il doppio dell’anno scorso); stabili a 5 le unità navali. E’ quanto emerge dai documenti governativi sulle missioni internazionali all’esame del Parlamento e dalle comunicazioni rese nei giorni scorsi dei ministri di Esteri e Difesa alle rispettive commissioni parlamentari.

ESERCITO

Dal punto di vista operativo, il maggiore incremento riguarda la missione NATO dell’Esercito sul fronte sud-orientale europeo (Enhanced Vigilance Activity) con un boom di costi da meno di 40 milioni del 2022 a oltre 150 milioni, con truppe più che raddoppiate (da 1.000 diventano 2.120), più carri armati e blindati (da 380 a 450) e lo schieramento di 10 mezzi aerei. Un aumento poco chiaro, dato che il ministro Crosetto ha dato “conferma dei contributi terrestri in Bulgaria e Ungheria” (740 in Bulgaria, dove l’Italia da ottobre ha preso il comando del Battle Group NATO e 250 in Ungheria) e “l’avvio di un ulteriore impegno in Slovacchia con l’invio di una batteria missilistica antiaerea Samp/T” (con 150 uomini al seguito). Non è dato sapere dove siano destinati gli altri mille soldati, i settanta mezzi terrestri e i dieci velivoli in più.

Un notevole potenziamento è previsto anche per la missione NATO dell’Esercito in Lettonia (Operazione Baltic Guardian) il cui costo sale da 30 a 40 milioni, con un incremento di truppe (da 250 a 370) e mezzi (da 139 a 166 tra carri armati e blindati).

Da notare che uomini e assetti aggiuntivi di queste missioni corrispondono numericamente, grossomodo, a quelli della partecipazione italiana alla forza di prontezza NATO VJTF (Very High Readiness Joint Task Force: 1.350 uomini, 77 mezzi terrestri, 2 navali e 5 aerei) che l’anno scorso era costata 86 milioni e quest’anno non è stata prorogata poiché il comando dell’unità, che l’anno scorso era italiano, quest’anno è tedesco. Appare plausibile che le forze di esercito, aviazione e marina attivate e approntate nell’ambito della VJTF vengano impiegate all’estero nell’ambito delle missioni NATO che stiamo esaminando.

AERONAUTICA

Passando alle missioni dell’Aeronautica militare, si registra un incremento operativo per la missione NATO di sorveglianza spazio aereo est-europeo con lo schieramento di un secondo aero-spia Gulfstream G550 oltre a quello già operativo insieme all’aerocisterna KC-767 e un incremento di personale da 5 a 45 uomini. Questo a fronte di un decremento dei costi da 17 milioni a 7 milioni e mezzo. Fenomeno analogo per la missione aerea NATO di difesa dello spazio aereo della Romania (Task Force Air Gladiator) che conferma l’impiego di 12 caccia e 300 uomini, ma una diminuzione di costo da 79 a 53 milioni.

MARINA

Per quanto riguarda la missione NATO della Marina, si registra un aumento di costo da 50 a 64 milioni con aumento di assetti aerei (da 1 a 4) ma sostanziale conferma di quelli navali (5) e degli uomini (circa 600). Ma il dato rilevante per questa missione è lo schieramento – anch’esso già avvenuto – del cacciatorpediniere lanciamissili Caio Duilio a protezione della Polonia nelle acque del Mar Baltico, area molto calda dato che si trova di fronte all’enclave russa di Kaliningrad.

Tabella comparativa tra 2023 e 2022 dei costi, del personale del Mezzi Terrestri – Navali – Aerei impiegati nelle missioni militari sul fronte orientale europeo